L’Italia sulle orme della Spagna

Il responsabile della comunicazione della FIP intervistato da PadelNostro
Roma, 31 gennaio 2015 – «Madrid come Roma e Barcellona come Milano». Lino Pasquale Dell’Aversana (nella foto) – responsabile della comunicazione e marketing della Federazione Internazionale Padel (FIP) – usa questa metafora per paragonare l’ultra decennale successo del Padel in Spagna a quello recente e crescente in Italia. Trasferitosi da 15 anni anni nella penisola iberica, il manager ha avuto modo di vedere da vicino l’esplosione del Padel, oggi il secondo sport a livello nazionale, dopo il calcio, in termini di tesserati. «A partire dal 2000, Barcellona aveva una decina di centri sportivi con i campi da Padel – ricorda a PadelNostro Lino Dell – ed era il feudo del tennis. Diverse scuole e accademie tennistiche avevano infatti mostrato una certa diffidenza nei confronti di questo sport, per mancanza di conoscenza. Solo in un secondo momento, hanno compreso la possibile coesistenza di tennis e Padel».
LA DIFFUSIONE DEL PADEL – Sul fronte italiano, il manager intravede dinamiche simili a quelle internazionali, apprezzando «l’interesse e il supporto – sempre più crescenti e consistenti – da parte della Paddle Fit verso questa disciplina sportiva» e, stando ai recenti numeri della Federtennis (7.500 giocatori in tutta Italia, di cui 1.500 tesserati, ndr) «il Padel in Italia sta assumendo i contorni di un movimento di interesse nazionale, con numeri da sport autentico». A ciò si dovrebbe accompagnare – suggerisce Lino Dell – «una maggiore collaborazione di esperti – giocatori e istruttori – spagnoli e argentini per migliorare l’ambito della formazione in Italia».
L’ITALIA COME LA SPAGNA – Da novembre 2013, il manager è responsabile comunicazione e marketing della Fip, realtà nata a Madrid nel 1991 che rappresentò il primo passo concreto per organizzare un circuito internazionale basato su un vero regolamento del gioco. Oltre all’incarico nella Fip – Lino Dell ha intenzione di promuovere il Padel in Italia attraverso la creazione di club dedicati «a Milano, perché è la mia città d’origine e di riferimento» e in Campania, in particolare a Napoli (dove a oggi ci sono solo due campi: uno nel complesso sportivo Le Dune e l’altro presso l’Accademia tennis Napoli, ndr) perché è la città di mio padre». E se a Madrid, la finale del master del ‘World Padel Tour’ ha riunito circa 5mila persone sugli spalti della Fiera della capitale spagnola, il manager è convinto che anche nel nostro Paese avverrà la stessa cosa. «Non subito, ma tra qualche anno. Forse cinque o sei» prevede Lino Dell. «Ci si può sbagliare sui tempi, ma sicuramente succederà. È inevitabile».
Buon Padel
Silvia Sequi per PadelNostro