Padel, oltre il campo c’è di più

Roma, 14 novembre 2016 – Tutto ebbe inizio nella primavera 2014 quando – assieme alla sorella Elvira – si occupò di promuovere il Padel allo Juvenia Padel Club di Roma, organizzando e pubblicizzando lo sport grazie alla collaborazione dei due Campioni italiani del Padel, Alessandro e Stefano Pupillo. Nel frattempo Paco Rizzo (in foto) – prima attore e poi imprenditore – è diventato distributore in esclusiva per l’Italia di Padel Galis, azienda spagnola, specializzata nella installazione di piste (come le chiamano gli spagnoli), nonché amministratore della LeftLane che con Padel Sport tratta e distribuisce racchette e materiale da Padel di sei grandi marchi: Dunlop, Nox, Black Crown, Lx, Akkeron, Royal Padel.
LA PASSIONE PER IL PADEL
«Ho conosciuto il Padel nel 2008, durante una vacanza in Spagna, per caso: un amico mi invitò a giocare e subito scoppiò la passione» dichiara a PadelNostro Rizzo, spiegando che «prima di essere uno sport, il Padel è un gioco che piace soprattutto per l’aspetto ludico e sociale ed entusiasma moltissime persone – di qualsiasi età, sesso e condizione fisica – sin dalla prima partita». Nell’autunno 2014 è diventato istruttore federale di I livello, ma «oggi non insegno più – aggiunge l’imprenditore pugliese – preferisco dedicarmi alla diffusione dello sport attraverso la costruzione di campi in tutta Italia».
LA DIFFUSIONE IN TUTTA ITALIA – Tanti i campi (oramai su 20 Regioni, 16 hanno i campi, ndr), i giocatori e le chat dedicate. «Attenzione però a non dare per scontato che – dopo aver costruito uno o più campi – la gente poi ti ci caschi dentro» avverte Rizzo, invitando le strutture che decidono di puntare sul Padel a ricercare «la figura ad hoc – quella del manager sportivo – che si occupi della gestione e del coordinamento delle attività – per esempio organizzando non solo partite, ma anche tornei e clinic – per consolidare il Padel prima a livello locale, poi nazionale». L’istruttore che si limita a insegnare sul campo e la segreteria che appunta le prenotazioni rischiano di non essere più sufficienti. Per diffondere il Padel oltre al campo c’è di più.
Buon Padel
Silvia Sequi