PsicoPadel. La PadelDipendenza esiste? Parla l’esperto

Il primo appuntamento con la rubrica PsicoPadel tratta il tema del cervello e dei neurotrasmettitori
Dottoressa, qual è la loro funzione?
Prodotta dal cervello soprattutto in situazioni di sfida e di pressione, ma anche di pericolo o minaccia, l’adrenalina produce l’aumento del battito cardiaco, la vasocostrizione a livello periferico e la broncodilatazione per favorire la respirazione: insomma prepara il corpo ad affrontare e sostenere uno sforzo prolungato. Nel Padel le partite sono sfide, con scambi rapidi, e molto spesso sono piacevoli: questa combinazione consente ai giocatori di sentirsi stimolati, “ingaggiati”, coinvolti in qualcosa che li fa sentire capaci, migliorandone l’umore. Questo è il Padel dal punto di vista chimico.
Non solo neurotrasmettitori. Parlando di cervello non possiamo non considerare l’importanza dell’occhio: il nervo ottico è l’unico direttamente collegato al cervello.
L’occhio concepito come visione. Cosa si intende?
In primo luogo va sottolineata la differenza tra vista e visione. La vista è la capacità di vedere un determinato oggetto ad una distanza specifica; la visione è il processo dominante del corpo umano per ottenere informazioni dall’ambiente e il più complesso sistema di guida per il movimento e nel nostro caso per la coordinazione visuo-motoria.
Nel Padel la visione è molto sollecitata?
Sì, la coordinazione occhio-mano è uno dei prerequisiti per poter mantenere uno scambio. Due gli aspetti interessanti: da una parte il palleggio risulta molto semplice perché avviene nello spazio ricoperto dal braccio e dalla racchetta ed è uno spazio a cui generalmente siamo abituati per muoverci nelle attività quotidiane (tra i 50 e gli 80 cm dal nostro corpo): questo spiega perché risulti così facile palleggiare anche ai neofiti (effetto dopamina). Dall’altra invece, il gioco di sponda è quasi “innaturale”, richiede maggiore coordinazione occhio-mano per l’imprevedibilità del rimbalzo e risulta generalmente più complesso dal punto di vista motorio, tanto da farlo diventare stimolante come una sfida (effetto adrenalina).
In questo senso si può affermare che il Padel provoca dipendenza?
Perchè no, il Padel è uno sport che favorisce l’interazione tra le persone, le partite hanno spesso un valore di sfida, prima cerebrale, chimica appunto, poi psicologica, e di solito produce uno stato di benessere e piacere. Questi aspetti generano tra loro un circolo virtuoso grazie al quale giocare a Padel incrementa la voglia di giocare a Padel.
Dottoressa, esistono studi scientifici in grado di confermare la “dipendenza da Padel”?
* inserto del life-style free magazine Sport Club
PierFrancesca Carabelli
Psicologa dello Sport
– Preparatrice mentale tennis II grado FIT
– Psicoterapeuta ad indirizzo metacognitivo interpersonale
Via Bevagna 14 – Roma
carabellipf@gmail.com
Buon Padel
Silvia Sequi